BorderLine
testo e regia Rosario Mastrota
con Antonio Tintis, Matilde Vigna, Giuliana Vigogna
luci, audio, video Giacomo Cursi
scenografia Mariachiara Arciero
assistente alla regia Dalila Cozzolino
coprodotto da Compagnia Ragli
con il patrocinio di Dasud e AP Accademia
In tutto il mondo si minaccia o si attua la costruzione di muri, si vuole mantenere un confine rassicurante a separare le identità dei popoli. Ma si finisce per limitare sé stessi, perché essere prigionieri di un muro è molto meno allettante che rimanerne chiusi fuori.
Border Line mette a fuoco le incongruenze di una società ritirata su sé stessa per proteggere il proprio nulla, trascinata trionfalmente verso un’assenza totale di etica.
È una commedia che, sullo sfondo del fenomeno della migrazione, osserva in modo disincantato una società ottusa e autoreferenziale, interrogandosi cinicamente sui valori di chi si sente invaso e minacciato dallo “straniero”.
Partendo da una considerazione di fondo sul fenomeno dell’emigrazione, che si tenta di arginare fisicamente con vere e proprie barriere. I muri sono il tentativo di chiudersi fisicamente di fronte alle incontrollabili ondate migratorie, un tentativo di protezione che risulta spesso inadeguato, risibile, soprattutto quando il muro diventa un limite per chi lo ha voluto e fatto elevare. Un limite fisico, morale, intellettuale.
Ma chi e cosa rimane effettivamente trincerato dietro il muro? Partendo dal concetto chiave di confine e dall’ipotesi di un futuro prossimo in cui un muro ha fisicamente separato un dentro e un fuori, Border Line mette a fuoco le incongruenze di una società rintanata dietro al cemento del muro, nella totale assenza di etica.
Osservando il fenomeno dell’immigrazione in modo disincantato, esaltando l’aspetto dilagante delle tante xenofobie umane, personaggi grotteschi si affrontano nell’assurdo contesto di una società che ha come parametro l’ottusa e spasmodica difesa della vacuità. Tutto si misura in termini di audience, asservendo all’indice di ascolto qualsiasi istanza reale.
RASSEGNA STAMPA
“Non c’è un confine netto tra figure positive e negative, tutto è corroso. […] la componente ironica – a tratti genuinamente comica – dello spettacolo non può che farci continuare ad assistere alla loro vita fino alla fine, fino a quando la loro stessa posizione di aguzzini non viene messa in crisi dallo stesso sistema che li ha assoldati, perché, se «l’importante è esagerare», quel che davvero conta è farlo con chi porta più audience (e non danneggia chi conta davvero).” – Viviana Raciti, Teatro e Critica
“Un lavoro intelligente, necessario, ben scritto e recitato, che conferma l’importanza del teatro e dell’arte in genere come chiave di lettura della nostra società, capace di schiaffeggiarci con il sorriso, di svegliarci dal torpore e di fornirci gli strumenti per contrastare questa ‘ottusa e spasmodica difesa della vacuità’.” – Enrico Vulpiani, Saltinaria.it
“Con un linguaggio fresco e prove attoriali decisamente robuste, regala uno spunto di riflessione e una critica alla società contemporanea evitando, però, di trascinare lo spettatore […] nella retorica fiacca della denuncia tanto poco ispirata quanto più seriosa. Lo fa con un inizio entusiasmante, grazie soprattutto al talento di Matilde Vigna nei panni di una spregiudicata conduttrice televisiva, in un crescendo di situazioni serrate, solo superficialmente inverosimili e per questo ancora più inquietanti.” – Cristian Pandolfino, La Platea.it
“Una menzione positiva va senz’altro agli attori, che nonostante la freschezza di debutto del lavoro, e quindi il suo mancato rodaggio, sono sembrati misurati, molto rilassati e in sintonia tra loro.” – Renata Savo, Scene Contemporanee
“Border Line ribadisce la linea di demarcazione tra un modo di concepire il teatro tradizionalmente consolatorio e ludico ed un modo di fare teatro impegnato e socialmente utile. Il mondo si divide in due categorie: c’è chi va a teatro per essere rassicurato e chi va a teatro per essere scosso. Patapumpete.” – Alessandra Pratesi, Recensito.it



